Accademia del Tatuaggio


Ci sono stati momenti storici, in questo variopinto panorama del mondo del tatuaggio, dove non si osava e non si doveva vendere ai non addetti ai lavori le famigerate “tattoo machine”, pena una valanga di insulti e di boicottamenti di varia natura.

 

 

Persino la più nota rivista del settore italiana (Tattoo Revue) evitava di fare pubblicità ai rivenditori di attrezzature, o meglio in tipico modus operandi made in Italy, la faceva sotto mentite spoglie promuovendo un’azienda che vendeva articoli di piercing (e ovviamente anche tattoo machine). Nelle “vecchie” Tattoo Convention inglesi i fornitori di attrezzature erano relegati ai piani superiori lontani dagli stand dove si tatuava. L’ingresso era riservato esclusivamente ai “tattoo artist”, mentre il pubblico, seppur pagante, non vi poteva avere accesso.

 

 

Come si potesse diventare addetti ai lavori senza “insegnanti” rimaneva un mistero che si sarebbe svelato nel tempo. A parte l’indiscussa verità che questo “mestiere” si apprende nel modo migliore “andando a bottega” non tutti avevano la fortuna di essere accolti, come accaduto ad esempio al compianto Enrico Gambini dalla famiglia Marini di Torino, o di nascere figlio di qualche pioniere del tatuaggio come ad esempio la famiglia Tenan.

 

 

I tempi sono cambiati, non so se è un bene o un male, ma oggigiorno ci sono corsi e seminari per tutte le tasche aperti ad ogni aspirante tattoo artist in tutto il mondo.

PRIMO CORSO PER OPERATORI DEL TATUAGGIO

FINANZIATO DALLA COMUNITA’ EUROPEA

Al quarto tentativo è andata. Si parte con il primo corso di operatore del tatuaggio finanziato dalla Regione FVG con i fondi della Comunità Europea e totalmente gratuito per gli interessati (l’unico sinora istituito in Italia) frutto della collaborazione tra Enaip e Atwa.
Ci sono voluti tre anni di lavoro, telefonate, rinvii, appuntamenti, strade e fatiche di ogni genere, per ottenere questo risultato. Un risultato che riteniamo importante, in termini di precedente, per sviluppare in Italia una scuola professionale che qualifichi a tutti gli effetti la figura dell’operatore del tatuaggio. L’Enaip e la Regione FVG si sono trovati d’accordo nell’intento di formare un percorso ed un progetto di base rivolto alla sola figura del tatuatore professionista. Si è voluto per il momento lasciare da parte la figura professionale  del piercer (contemplata nella discutibilissima circolare ministeriale del 1998) in quanto si è ritenuto che una seria formazione in tal senso avrebbe comportato grosse problematiche e coinvolgimenti di aspetti medico legale di non poco conto e che tutto ciò avrebbe ulteriormente rallentato i tempi di realizzazione del progetto stesso. Con la solita attenuante della “burocrazia” e del tipico triestino “no se pol” si sta lavorando con quasi un decennio di ritardo su una circolare senza dubbio, dal nostro punto di vista, attualmente inadeguata. Tutto ciò in pratica è un atto in netta controtendenza con quello che siamo stati abituati a vedere nelle altre Regioni d’Italia dove i corsi abilitano tatuatori e piercer e vengono a costare cospicue cifre a coloro che intendono frequentarli. Ci è difficile pronunciarsi in un verso o nell’altro in quanto solamente il tempo ed i risultati possono dare una risposta adeguata al lavoro che verrà svolto. Possiamo solo dire che senza dubbio una presa di posizione da parte delle autorità è venuta a manifestarsi e che questo corso di formazione prevede un impegno complessivo di 600 ore lavorative, 260 delle quali saranno dedicate al praticantato vero e proprio.

Per dovere di cronaca faccio presente che Il corso ebbe luogo nell’anno 2007, e che certi corsisti che ebbero la fortuna di fare praticantato con Alex De Pase (uno tra i più quotati artisti di fama internazionale). Non è stato mai più possibile ripetere gratuitamente una simile esperienza e far rilasciare ai partecipanti un diploma che, a detta dei dirigenti dell’ENAIP, ha valore oltre che nei nostri confini territoriali, anche in tutta Europa.

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