La Luce sulla Pelle


Esistono 3 versioni de “La luce sulla Pelle”. Una in formato A5 destinata a tutti.

Due sono riservate solamente agli operatori che intendono portare avanti la missione del tatuaggio sacro. Di queste due versioni la prima di 550 pagine è esaurita. L’ultima versione è divisa in 4 volumi, 3 dei quali sono una raccolta di dispense che dividono in tre libri di circa 230 pagine cadauno, in formato A4, i nove tradizionali cori angelici della kabbala. Il quarto volume, riservato solo agli operatori che frequentano il corso, denominato “volume di calcolo”, illustra come determinare, sulla base delle congiunzioni astrali derivate da un tema natale astrologico, le 3 entità angeliche di nostra pertinenza (l’angelo dei gradi, quello del giorno di nascita, quello dell’ ora). Le raccolte delle dispense (complessivamente di circa 850 pagine a colori) vengono distribuite solamente durante i seminari collettivi o nei corsi individuali che personalmente tengo.

“La Luce sulla pelle” racconta, partendo dalle scienze antiche ed occulte sino a giungere a quelle più moderne (da C. Jung alla Programmazione Neuro Linguistica Sistemica), l’importanza e la forza dei simboli. Le modalità attraverso cui l’inconscio è in grado di percepirli. Illustra cosa sia un sincronismo e racconta del legame tra l’uomo e l’Universo stesso. Evidenzia quanto importante sia comunicare con l’inconscio al fine di abbattere credenze e paure limitanti offrendo strumenti e metodi per farlo. Rivolgendosi al pubblico dei “variopinti” (i tatuati) suggerisce il modo per portare attraverso un tatuaggio “sacro” indelebilmente sulla propria pelle quella potente ancora (così sarebbe definita in PNL) così cara al nostro inconscio. Facendo tesoro di ciò che Rudolf Steiner considera “La missione Universale dell’arte”: portare sul piano fisico le entità spirituali. Spiega cosa si intende e le differenze tra i “contenitori” Sacred Tattoos ed Indelebilis Symbolum. Racconta l’evoluzione del tatuaggio dalle origini egizie sacre ed iniziatiche sino ai nostri giorni, come e perché si sta chiudendo un processo evolutivo che ha almeno 5.300 anni di storia documentata. Ci fa comprendere come, anche nel contesto del tatuaggio, esiste un vissuto che permette ad un cerchio di chiudersi per riaprirsi ad un’ottava superiore. Svela una mia personale missione dell’anima. Approfondisce argomenti occulti e simbolici, vissuti in prima persona attraverso il mio convivere con un tatuaggio con forti influssi “negativi”, spiegando come ho fatto mentalmente e fisicamente, a trasformare la sua negatività in qualcosa di positivo e in un punto di forza. La mia ricerca mi induce persino (prima di riuscire a trovare il seme dell’equivalente positivo in ogni mio fallimento) a dover fare quattro chiacchiere con il diavolo, al fine di comprendere alcune costanti dinamiche negative ripetitive, che si erano periodicamente manifestate nella mia vita, e quanto il simbolismo avesse avuto un suo ruolo in tutto ciò.

Prefazione di Renzo Maggiore

Ho conosciuto Ennio Dri durante un corso di formazione che tenevo presso un’azienda di network marketing, dove eravamo entrambi stati invitati da amici comuni. Parlavo di Mission, Vision, Carta dei Valori e Comunicazione… Al termine del mio intervento, Ennio risultò il partecipante maggiormente colpito dalle parole ed i modelli che proponevo: egli ha sviluppato nel corso delle sua vita movimentata quella sensibilità, che purtroppo non tutti dimostrano, utile a comprendere i processi interiori ed esteriori nel momento in cui arriva qualcuno (formatore, amico o nemico che sia) che mette nero su bianco ciò che hai realmente vissuto, le cause della tua sofferenza. Da allora è nata un’amicizia che ci ha permesso di scambiare informazioni e di attuare quella che lui ama chiamare – seguendo Napoleon Hill – “alleanza di cervelli”. Ennio ha tratto dall’incontro la volontà di mettere a sua volta nero su bianco la storia, le esperienze, le conoscenze e gli insegnamenti ricavati dalla sua esistenza. Da parte mia, ho da subito condiviso l’importanza dei simboli e l’esigenza di rendere più consapevoli artisti (tatuatori in primis visto il rito di sangue cui sono chiamati per mestiere) riguardo l’importanza dei messaggi che si gettano in pasto alle menti umane e, in particolar modo la delicatezza del timbro sul corpo: i significati nascosti di disegni, numeri, segnacoli possono influenzare a tal punto l’inconscio soggettivo da condizionare l’umore ed i risultati (non mancano testimonianze a tal riguardo in tutta la “Dri-logia” letteraria di Ennio). Io, che non ero mai stato propenso al tatuaggio, ho deciso – una volta scoperto il mio angelo – di fissarne indelebilmente il simbolo sul braccio destro.  Ovviamente è  stato Ennio  ad  eseguire sia l’analisi angelica che il timbro vero e proprio.

Il percorso che si evince da “La luce sulla pelle”, così come dagli altri due libri, è un percorso di consapevolezza, una ricerca della missione guida e della sintesi che questa comporta ad un certo punto della vita per le persone sveglie, per i ricercatori dell’anima. Una volta raccolte tante conoscenze ed esperienze, si giunge al nucleo di significato insito in ogni esistenza umana: nel caso di Ennio, il suo servizio comporta il mettere a disposizione se stesso come “tramite”per le scoperte spirituali di ciascuna persona che decida di sottoporsi al suo “confessionale moderno”. Il tatuatore di oggi non è quello di ieri (Ennio è tra i pochissimi sopravvissuti dall’era dei pionieri, che venivano mal guardati dalla società) e non è quello di domani: il futuro lo sta visionando un pioniere! Ed è un ritorno all’antico: il tatuatore torna ad essere una sorta di “sacerdote”, qualcosa di più che un artista. La scelta del sacerdote è di importanza strategica soprattutto per chi decide di imprimere sulla propria pelle messaggi e simboli spirituali potenzialmente condizionanti, nel bene e nel male, il quotidiano vivere.

Nel libro, oltre a qualche racconto di vita vissuta, è interessante la spiegazione delle tabelle angeliche che Ennio ha ridefinito con maestria una volta studiati tutti i modelli più importanti (Haziel, Pierini, Sibaldi per citarne alcuni). L’autore sottolinea inoltre come si possa passare dallo sfogo della rabbia alla canalizzazione dell’energia in chiave positiva, trovando uno scopo e responsabilizzandosi per ogni emozione vissuta. Facile è scaricare sugli altri e sul mondo le proprie ansie e nevrosi; più difficile, ma necessario per vivere davvero, prendere atto che il centro siamo noi, che il mondo è creato dai nostri pensieri  e che ciò che ci  capita  lo attraiamo in prima persona attraverso i moti mentali ed un inconscio non indagato. Dagli scritti di Ennio, è fondamentale trarre i messaggi “sacri”, la saggezza del “sopravvissuto” e del ricercatore privilegiato, leggendolo con occhio attento senza giudicare, volgendo anzi a se stessi le giuste domande in chiave evolutiva. Ecco che allora trionferà la Luce, sulla pelle e nel mondo.

ART MISSION

Come ho già anticipato all’inizio di questo capitolo, scomoderò due miei grandi mentori del passato che attraverso il mio percepire di parte dei loro scritti confermano la mia attuale visione delle cose. Ne verranno fuori considerazioni “molto forti” che probabilmente mi renderanno ulteriormente “antipatico” a tanti così detti “tattoo artist” contemporanei, in compenso sarò apprezzato maggiormente da quegli uomini che lavorano su sè stessi e che hanno a cuore la vita stessa. Da coloro che vedono nelle relazioni che la vita presenta e nelle persone che incontrano, non un evento esteriore e separato da noi; ma bensì la manifestazione di una parte di sé. Del proprio universo interiore. Concetto da un lato rivoluzionario, dall’altro estremamente logico seguendo un filo conduttore comune a tutte le nostre esperienze di vita vissuta. Facile da accettare nel “bene”.

Per comprendere meglio i messaggi di Roerich e di Steiner e la profondità degli stessi, serve ricordare al lettore il momento storico che accomuna la vita e le relazioni di simili grandi personaggi. Siamo verso la fine del 1800 prima delle due tragiche guerre mondiali: guerre che si sarebbero potute risparmiare se l’umanità avesse avuto modo di seguire gli esempi, gli insegnamenti di questi grandi uomini e filosofi che riempivano i caffè viennesi dell’epoca. Steiner, Roerich, Tesla, Heret, Goethe, Nietzche tanto per citare alcuni nomi tra i più noti. Anime destinate a lasciare la loro impronta ed essenza nei secoli a venire come già accaduto per iniziati quali: Pitagora, Socrate, Platone, Leonardo etc. etc. E’ chiaro che i simboli, in questo caso numerici, fossero per Pitagora e per la sua scuola di pensiero l’energia alla base di tutto il Creato. In precedenza, sulla base di simili concetti, erano già state sviluppate anticamente geometrie armoniche tali da modificare le frequenze ed il magnetismo all’interno dei vari templi iniziatici: testimonianze dell’esistenza e del sapere delle grandi civiltà post Atlantide. (Egizia, Maya, Incas etc.) Opere che probabilmente possono essere attribuite ai Sacerdoti Atlantidei sopravvissuti al Diluvio. Per il grande Platone invece era indiscussa la forza dell’archetipo e del simbolo in chiave filosofica, mentre in tempi più recenti in chiave psicanalitica simboli e archetipi sono stati oggetto di infinite considerazioni da parte del grande Carl Gustav Jung.

Fin dall’alba dei tempi, la maturazione degli esseri umani è avvenuta ed è stata scandita attraverso i così detti “riti di passaggio”: ne troviamo traccia nella stragrande maggioranza delle culture del passato.

Nella nostra attuale società questi “riti” sono stati quasi del tutto dimenticati, lasciando che innumerevoli uomini/eterni bambini arrivino a 30, 40 e addirittura 50 anni, con il loro carico di ansia, inadeguatezza e immaturità.

Lo scopo primario di ogni rito di passaggio era quello di trasmettere quei modelli comportamentali e di pensiero che caratterizzano l’essere umano adulto, ovvero gli archetipi. Se questo concetto è così ben noto in psicologia il merito indiscusso è di Carl Gustav Jung. A partire dai suoi studi sono stati sviluppati diversi modelli psicologici basati sugli archetipi: uno dei più famosi, e molto utilizzato nel marketing, è quello ideato dalla Dott.ssa  Pearson, che prevede 12 differenti tipologie di archetipi umani. Più sinteticamente “King, Warrior, Magician, Lover: Rediscovering the Archetypes of the Mature Masculin” scritto negli anni ’90 dallo psicologo jungiano Robert Moore e da Douglas Gillette riassume in 4 tipologie di base gli archetipi dell’uomo. Nell’ordine del titolo: Re, Guerriero, Mago, Amante. Ne risulta evidente l’identificazione conscia o inconscia che ogni essere umano ha con gli archetipi.

Non c’è motivo per pensare che archetipo e/o simbolo preferiscano un cervello al posto di un altro. Quindi nessun problema. Esiste nel cervello umano un’intricata matassa di cellule cerebrali (50 miliardi) in continua connessione con altri cervelli e con l’Universo intero che stiamo appena iniziando a considerare e a studiare scientificamente.

Visivamente parlando la manifestazione esteriore di questa considerazione risulta evidente nell’applicazione di internet. Confermando il concetto base di sempre: non c’è nulla che possa essere creato esteriormente se non esiste prima dentro a noi stessi (ennesimo modo per far capire che solo noi possiamo essere i creatori del nostro mondo).

Quindi alla luce di tutto ciò che ho scritto sino ad ora diamo per scontato il fatto che il simbolo e l’archetipo siano lo strumento attraverso il quale l’inconscio crea gli eventi della nostra vita. E che l’emozione che richiamiamo nel vivere ogni evento che si manifesta nella nostra vita nel momento presente, sia la base sulla quale verrà costruito il nostro futuro. Ora approfondiamo, con tuffo nel passato sino ai tempi di Alessandro Magno, la forza delle Credenze e quindi il concetto della griglia energetica della paura per comprendere che di fatto, salvo rare eccezioni, siamo stati tutti “programmati” da genitori che non erano “programmatori” e che solitamente erano stati, a loro volta, vittime di altre vittime. Ciechi che guidano altri ciechi. Poi chiamiamo pure tutto ciò, la nostra sopravvivenza, il nostro divenire “magia”.  Perché in fondo lo è.

Alessandro Magno era il figlio di Filippo di Macedonia e di Olimpiade sua moglie. Un giorno egli conferì ad Aristotele il compito di educare suo figlio.

Il filosofo greco se ne prese subito cura e per prima cosa raccontò ad Alessandro ciò che gli disse doveva rimanere un loro segreto: “Sai Alessandro devo dirti una cosa: tu non sei il figlio di Filippo e di Olimpiade, ma bensì il figlio di Zeus”. Alessandro Magno crebbe con questa credenza e divenne quel famoso conquistatore che tutta l’umanità ricorda ancora oggi. Sconfisse eserciti a lui numericamente molto superiori e conquistò praticamente tutto ciò che allora si poteva conquistare. 

Rudolf Steiner e Gregg Braden spiegano, ognuno a modo suo, che esiste una sorta di griglia energetica nella quale convergono tutte le paure dell’umanità. Possiamo immaginare queste forme pensiero come delle energie, delle paure non direttamente “nostre” ma alle quali “inconsciamente” ci “colleghiamo”. L’esempio più pratico che posso fare è il seguente: immaginiamo di lasciare un bambino piccolo contemporaneo da solo in un grande supermercato. Salvo rare eccezioni, il bambino verrà preso dal panico, senza un giustificato motivo, sarà preda della paura dell’abbandono e cercherà, con lo sguardo impaurito, la figura del padre o della madre piangendo disperatamente. Difficilmente si metterà a sorridere e a giocare con quell’infinità di barattoli colorati disseminati nei lunghi corridoi cercando di “godere” di quel speciale momento.

Questa è una differenza tra gran parte dei bambini di oggi e il piccolo Alessandro, che da adulto conquistò tutto ciò che allora era possibile conquistare. Quest’ultimo non solo avrebbe serenamente giocato e creato il caos nel supermercato ma se il cassiere o il magazziniere si fosse lamentato dei suoi giochi li avrebbe minacciati di far intervenire, con tuoni e fulmini, dalle alte sfere Zeus in persona…

Non tutti abbiamo il privilegio di avere un precettore come Aristotele e se non siamo stati educati da “anziani” e saggi pellerossa in mezzo alla natura o da persone “speciali” forniti di reali competenze significa semplicemente che la nostra anima ha un altro percorso da seguire e che doveva sperimentare esattamente ciò che ha sperimentato: partendo proprio dagli insegnamenti di quei genitori che, sotto un certo punto di vista, si possono essere rivelati “inadeguati”. Probabilmente siamo stati educati da quelle vittime di altre vittime di cui parlavo prima e che, per gran parte di noi, potevano essere proprio i nostri genitori o chi ne faceva le veci. Non a caso per un’infinità di persone il rapporto padre – madre – figlio si è rivelato un rapporto molto conflittuale.

Se abbiamo avuto la pazienza di leggere questo libro sino alla fine, seguendo il suo filo conduttore primario, abbiamo compreso che la Magia è la vita in eterno divenire che si manifesta. Abbiamo compreso la forza dei simboli ed il perché essi “funzionano”. Abbiamo ripetutamente visto quanto siano determinanti le nostre credenze per la nostra evoluzione.

Essendo questo libro scritto da un pioniere in Italia dell’arte del tatuaggio, è inevitabile che le mie considerazioni siano nate, come spiego meglio nel mio primo libro, all’interno di quel confessionale moderno che è manifesto in un negozio di tatuaggi. Quel confessionale che si apre spontaneamente senza licenza alcuna, solamente quando l’artista, il tramite o in qualsiasi modo vogliamo chiamarlo, apre il cuore e le orecchie ai messaggi dell’anima del cliente. In tal senso con esistono corsi, seminari, diplomi che tengano. E’ un processo naturale che “premia” gli animi più “sensibili”: di norma quelli più provati dalla vita stessa. Paradossalmente questo libro può allontanare (e me lo auguro di cuore) un giovane, ma non solo, dalla scelta furiosa di “tatuarsi a tutti i costi”.

Può apparire un libro nato contro i miei stessi interessi lavorativi.  In parte, visto da un limitante punto di vista economico, lo è. So che è stato compito mio, parte della mia mission, chiudere il cerchio e riportare l’essenza del tatuaggio alle considerazioni oggetto dei miei primi due libri.

Tante veritiere risposte sul tatuaggio, come per ogni altra cosa, le darà il futuro. Sul piano fisico e sulle problematiche eventualmente legate ai pigmenti dei colori, alla loro qualità e provenienza, alla percentuale di pelle tatuata, su come risponderanno i nostri linfonodi a tutto ciò. Sul piano “magico – spirituale” lascio ad ognuno alla guida del suo “istinto”, al suo Maestro interiore la scelta di accogliere le mie, ma non solo, considerazioni in merito all’importanza della mano che traccerà l’unico indelebile “marchio” che ti accompagnerà per il resto della vita. Rimozioni laser o cover di varia natura escluse.

Questo modo di intendere e vedere il tatuaggio ha una sua “forza”, una radice profonda. L’unica persona che può amplificarla sei tu! Le tue stesse credenze. Al di là di tutto se sancisci su pelle questo patto con te stesso portando il tuo simbolo più appropriato sul piano fisico, ogni volta che avrai modo di “ancorarti” ad esso non potrai esimerti dall’emozione di protezione, di gioia e di gratitudine che ne accompagna la nascita e la realizzazione dello stesso.

Di per sè, e di questi tempi, tutto ciò già non ha prezzo. Ricordiamoci sempre che l’essenza spirituale che vive in ognuno di noi, è un dono delle gerarchie superiori che nessun tatuaggio può amplificare: solo la salita verso sempre maggiori livelli di coscienza ci può rendere, vita dopo vita, degni di essere uomini coscienti del nostro settuplice aspetto.

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