L’avevamo detto…


In tempi non sospetti, nelle conferenze visibili (forse ancora) su you tube, antecedenti alla presunta pandemia relativa al covid19, avevamo detto che nel 2025 la popolazione italiana sarebbe scesa da 62 a 43 milioni; non perchè io sono NostraDRImus, ma semplicemente perchè riesco ancora ad unire quegli evidenti (almeno ai miei occhi) puntini che la propaganda del sistema non riesce del tutto ad oscurare. Come si diventa semi veggenti, almeno sino al punto di vedere i puntini? Basta ricordare le parole di Prodi: “entrando nell’euro lavoreremo di meno e guadagneremo di più”. Oppure il più recente pentastellato: “apriremo il parlamento come una scatola di tonno” oppure “mai con quelli di Bibbiano”. Basta spegnere la Tv, dimenticare la stampa, la Barbara D’Urso, i calciatori, i cantanti e le veline prostitute al servizio del dio denaro e del sistema. Così, solo spegnendo quella fetida scatola ipnotica, dopo un po’ di tempo di pulizia psicologica, ci si imabatte di tanto in tanto su notizie che la rete prima distribuisce e poi oscura, il che significa che molto probabilmente quelle notizie sono più attendibili delle altre (bollettini di guerra al covid incluse) finanziate dalla propaganda.

Deagel.com, un’agenzia di intelligence militare americana, ha rimosso dal proprio sito web il foglio elettronico con le previsioni per il 2025. Si trattava di un documento che prevedeva un depopolamento molto rilevante in modo particolare nei paesi occidentali. Ben 515 milioni dovrebbe essere l’ammontare del numero comlessivo del depopolamento del pianeta terra nel 2025.

Per saperne di più cliccate sull’indirizzo sottostante, non perchè io ami l’antroposofia, non perchè con questo livello di ipnosi planetario io ho deciso di cercare, piuttosto che vivere attorniato da cori di anime lamentose e amorfe, le cause spirituali di questo delirio, non perchè le entità ostacolatrici al nostro percorso evolutivo si chiamino Sorat, Asura, Arimane e Lucifero o in modo diverso, ma semplicemente perchè o si decide di fare nostra la scienza dello spirito o da questo manicomio a cielo aperto non se ne esce da uomini liberi…

https://liberopensare.com/i-quattro-cavalieri-dellapocalisse/

Lo studioso James Hansen parte da uno studio presentato alle Nazioni Uniti che parla di una possibile, imminente catastrofe alimentare dovuta alle conseguenze del Covid-19 e agli effetti dei cambiamenti climatici, per descrivere un futuro dagli scenari apocalittici, rievocando nientemeno che i 4 Cavalieri dell’Apocalisse. Di seguito la sua riflessione per intero tratta da Nota Diplomatica.

Stiamo vivendo un momento “medioevale”. Circola tra noi la morte e le nostre difese – il lavaggio ossessivo delle mani, le mascherine e anche il “distanziamento sociale” – sono riti di protezione non tanto dissimili dal piazzare piccole quantità di sale negli angoli della casa: male non possono fare, ma il male arriva se vuole arrivare.
La memoria storica umana conosce questi momenti, anche se abbiamo provato a dimenticarli. La tradizione cristiana li associa ai Quattro Cavalieri dell’Apocalisse: il quarto, Morte e Pestilenza, ora con noi, monta un “cavallo pallido” dal verdastro spento dei cadaveri. I primi tre cavalieri simboleggerebbero invece, nell’ordine, la Conquista militare (cavallo bianco, cavaliere con arco), Violenza e Stragi (cavallo rosso, cavaliere con spada), e Carestia (cavallo nero, cavaliere con bilancia). Il punto – molto infelice – è che i quattro non sono cavalieri “solitari”, si muovono insieme…
Quello meno presente negli ultimi anni è stato il cavaliere della carestia. Non siamo stati capaci di eliminare guerre, stragi e violenza, ma – grazie anche alla molto vituperata globalizzazione – è da un pezzo che larghissima parte della popolazione mondiale mangia molto meglio di una volta, al punto che fino a poco fa la crisi sanitaria du jour è stata l’obesità. Ora, secondo una relazione presentata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu la settimana scorsa, si starebbe innescando una catastrofe alimentare mondiale che potrebbe mettere in ombra perfino le 200mila vittime (finora) dell’epidemia Covid-19.
Il Direttore del WFP-World Food Program, David Beasley, ha detto al Consiglio che, a causa di una sorta di “perfect storm” di conflitti, siccità, cambiamenti climatici e coronavirus, 265 milioni di persone nel mondo potrebbero essere sull’orlo della morte per fame entro fine anno, cosicché: «Potremmo trovarci di fronte a carestie di proporzioni bibliche tra pochi mesi». È vero che l’Onu, nel sempre più disperato tentativo di giustificare la propria esistenza, tende regolarmente ad andare sopra le righe ma, ancora prima dell’arrivo della pandemia, parti del Corno d’Africa e dell’Asia meridionale erano già a forte rischio carestia per la siccità e per una delle peggiori infestazioni di locuste (più biblico di così…) degli ultimi decenni.
La pandemia e i lockdown, insieme con il crollo del prezzo del petrolio, stanno massacrando le economie di una trentina di nazioni già a rischio alimentare, limitando la possibilità di spesa dei più poveri, ostacolando la produzione agricola locale e sfasciando le catene logistiche che fanno arrivare i viveri da fuori. Al tempo stesso, la crisi economica europea ha fortemente ridotto le rimesse degli emigrati, si stima fino all’80-90 per cento. Tutto questo in paesi i cui governi non hanno la forza economica per reagire con efficaci aiuti alla popolazione. Non è il caso di sfruttare troppo la metafora dei Quattro Cavalieri, ma è difficile dimenticare che il racconto—che appare nell’ultimo libro del Nuovo Testamento, l’Apocalisse—è una profezia, una profezia che preannuncia la fine del mondo e gli eventi che la precedono. In altre parole, potrebbe andare ancora peggio…

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