Negli anni ottanta, anche in Italia, così come era già successo in America (con la National) e in Inghilterra (con la A.P.T.A.) il mondo del tatuaggio percepiva la necessità di avere un punto di riferimento associativo che curasse gli interessi dei pochi tatuatori su strada esistenti. Il primo a crearne una a Milano (la T.I.P.A.) è stato Gian Maurizio Fercioni. L’impronta era di tipico stile anglosassone, dove per potersi iscrivere, bisognava essere presentati da due soci che in qualche forma “garantivano” per la professionalità del nuovo membro. Nel 1995, complice la chiusura di vari studi su territorio nazionale, nasceva l’A.T.I.R. che fu fondata in Ancona dal sottoscritto, Tom Tattoo, Marco Pisa, Geppi Serra, Gippi Rondilella, Giulio Tomaselli, Luisa Gnecchi Ruscone (moglie di Gian Maurizio) e Massimo Ferrara.
Questa nuova realtà associativa che reclutò la maggioranza degli studi su strada esistenti in Italia, per tutta una serie di motivazioni non riuscì sin dal secondo giorno di vita in poi a mantenere un’unità di intenti tra i soci. Va riconosciuto al compianto Geppi Serra il merito di aver gettato le basi di una “regolamentazione” sanitaria del settore attraverso la ben nota circolare ministeriale del 1998, punto di partenza di ogni futura legge italiana in materia.
Da allora sono sorte molte associazioni sparse sul territorio, spesso purtroppo in perenne conflitto con le altre già esistenti. L’ego, che sovente caratterizza l’anima di troppi artisti, è da sempre stato il principale nemico dell’uomo e l’artefice del dividi et impera associativo italiano. Fu così che, al mio rientro in Italia dopo 4 anni di lavoro in U.S.A., non trovandomi in linea con nessuna realtà già esistente, fondai la A.T.W.A. Principalmente per poter relazionarmi con le autorità territoriali sempre inadeguate, incompetenti e confuse in merito all’inquadramento legale e burocratico di un mestiere per molti versi quasi impossibile da regolamentare.
Come primo intervento a favore della categoria abbiamo partecipato ad un convegno organizzato dall’Associazione “Assoepatitec” in relazione alla legge 210/1992 e relativa alla sentenza della Corte costituzionale n. 476/2002. Lo scopo era quello di informare gli addetti ai lavori dell’imminente scadenza dei termini per presentare le eventuali richieste, in veste di operatori sanitari colpiti da virus. La neo nata rivista Tattoo Dimension, (l’unica rivista del settore curata interamente da tatuatori professionisti) sul suo numero uno, dedicava un’intera pagina informativa a questo incontro.