In collaborazione con il Comune di Trieste Assessorato alla Cultura, ho avuto l’onore di organizzare la prima mostra triestina sul tema del Tatuaggio. La manifestazione è stata curata dal sottoscritto e da Christian Fogar per A.T.W.A., con il supporto della ditta Foto Morelli, di Enaip FVG, di Dimensione Tatuaggio, di Radio Vasco, di Alex de Pase Tattoo Studio e, banale da evidenziare, di Tattoo Dimension.
Lo scopo primario della mostra è stato quello di cercare di essere uno strumento di sensibilizzazione della cittadinanza, dell’opinione pubblica e delle autorità preposte sull’aspetto etico, sanitario e professionale del tatuatore. Oltre naturalmente a testimoniare la rivalutazione del tatuaggio quale “autentica” espressione e forma d’arte a tutti gli effetti in questo momento storico quasi totalmente privo di “connessioni spirituali”. Ci premeva, in veste associativa, evidenziare nell’interesse della tutela della salute pubblica, il fatto che i nostri giovani sono ancora troppo spesso, in quanto non correttamente informati dalle istituzioni, vittime di improvvisati, inesperti, inadeguati, incompetenti e falsi “professionisti del settore”. Con questa mostra inoltre abbiamo evidenziato l’evoluzione tecnico – artistica avvenuta nell’ ultimo decennio, sgombrando ogni dubbio sui limiti imposti da una certa visione ecclesiastica, dalle teorie di Lombroso e dall’antica forma pensiero del ormai “superato” tatuaggio etichettato: carcerario, marinaio, bikers, maschilista.
Tom Tattoo (Tommaso Buglioni) di Ancona, Turtle Tattoo (Andrea Cino) di Villafranca (Verona), Samantha Art Studio (Samantha Zamarian) di Latisana, Art Studio Antonello (Antonello Marasco) di Mortara (Pavia), Pink Panther di Aviano, hanno fatto pervenire in tempo da record le loro tele, testimoniando la versatilità della loro arte. Alex De Pase di Grado, Dr. Mentia di Roma, Silvia Giovanelli di Bolzano, Luigi Alberoni di Trieste, Yaari di Udine, Body Language di Pordenone e Tattoo Dimension hanno contribuito, con il loro materiale fotografico, a dare un’immagine del mondo della body art a 360 gradi. Dietro le quinte di questa iniziativa hanno lavorato tante persone, tanti amici che ringraziamo di cuore per il loro prezioso quanto indispensabile e nascosto aiuto che ci hanno gratuitamente offerto: anche se vorremmo poterlo fare ci sarebbe davvero “impossibile” e troppo lungo menzionarli tutti. Questo evento è senza dubbio il frutto di una specie di “miracolo” per molte considerazioni: l’ultima delle quali è stato il tempo record in cui la mostra è stata allestita (nemmeno 15 giorni). Per riuscire nel nostro intento hanno dovuto rinunciare alle feste pasquali tutti coloro che ci hanno aiutato (lo ripetiamo gratuitamente) e questa è la cosa più significativa e bella che è stata fatta…un dono a noi stessi e alla città che amiamo. Dovendo editare due riviste nello stesso momento e organizzandoci per la Convention di Roma abbiamo avuto davvero poco tempo per essere presenti alla mostra, nonostante tutto le cifre parlano da sole ed i commenti con dediche e note erano quasi tutti favorevoli. E’ stato bello vedere giovani, anziani, gente di ogni tipo così fortemente interessati al nostro mondo radunarsi a gruppetti ed ammirare le nostre fatiche ed altrettanto bello o forse ancora di più, è stato rispondere con competenza alle miriadi di domande che ci hanno fatto. Tutto questo testimonia che c’è molto interesse da parte della cittadinanza, della gente comune al nostro “mondo” e che purtroppo c’è ancora tanta ignoranza in materia e sottolinea l’esigenza che eventi simili al nostro andrebbero proposti in varie piazze d’Italia. Personalmente ho vissuto momenti di autentica emozione nell’incontrare in una sede così inusuale, tanti vecchi amici che mi davano ancora per disperso negli States o trovarmi a ricordare con un pizzico di amarezza chi non è più di questo mondo: da Franz il mio socio di un epoca che solo pochi privilegiati hanno avuto la fortuna di vivere a colei che mi adottò e che mi fece da madre. Entrambi oggi sarebbero felici: Franco perchè per primo e più di me credeva nel tatuaggio e in questo stile di vita, la mia amata madre adottiva che da sempre istintivamente “difendeva”, dai pregiudizi popolari del suo rione, quel suo figlio così “pazzo” e ribelle. Oggi avrebbero avuto tutti ragione… Il destino non li ha voluti fisicamente presenti a festeggiare al mio fianco. Una delle ultime sere prima di chiudere la galleria ed inserire l’allarme, la sera è l’attimo giusto per fare un bilancio di qualsivoglia natura, pensavo che da quando avevo acquistato la mia prima tattoo machine a Sindey ad oggi, avevo praticamente spaziato su tutto ciò che nel nostro circuito si poteva fare e che le sfide, le prove, le competizioni sembravano giunte alla fine. Nel ringraziare l’Universo delle meravigliose opportunità che la vita mi ha offerto mi sono accorto che non ho ancora la mia linea di tattoo supply e nemmeno un Museo permanente…ma questa è un’altra storia. (Trieste agosto 2007)