5 Camael Arcangelo reggente del Coro delle Potestà


Coro delle Potestà

Premessa. 

Durante questa carrellata relativa alle 8 Entità che compongono il Coro delle Potestà il lettore troverà una descrizione dell’Arcangelo che lo Governa. In questo caso la Reggenza spetta a CAMAEL.

Quindi seguiranno le descrizioni degli altri 8 Geni che appartengono a questo specifico Coro.

Nelle pagine riservate a ogni singolo Angelo troverete varie descrizioni tratte dai libri di Haziel, di Pier Luca Pierini e di Igor Sibaldi. Altro materiale è stato reperito sulla rete.

INOLTRE:

Per ogni Entità Angelica saranno presenti immagini e testi così divisi:

Un ampio spazio è dedicato alla descrizione di ogni Genio secondo Igor Sibaldi (le descrizioni sono tratte da: “Libro degli Angeli” e sono state rivedute dall’autore di un blog); descrizione che, tra tutte le altre di mia conoscenza, io percepisco come  la “più affine”.

Un’altro alle caratteristiche caratteriali del bambino governato dal proprio Genio.

La Claviculae Angelorum

Vengono citati più volte i nomi dei Geni scritti con le 22 lettere dell’alfabeto ebraico.

Sono elencate le loro Esortazioni e le loro Invocazioni (secondo Haziel).

Il dono da loro dispensato.

Le date di reggenza. (secondo Haziel e secondo Pier Luca Pierini)

Una breve descrizione dell’energia dell’entità contraria.

La meditazione associata all’Angelo e la relativa immagine composta da lettere dell’alfabeto ebraico.

Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori.

Cori di appartenenza e Arcangeli di influenza.

La composizione del Coro delle Potestà

 33 Yehuwyah

34 Lehehiyah

35 Kawaqiyah

36 Manade’el

37 ‘Aniy’el

38 Ha’amiyah

39 Raha’e’el

40 Yeyaze’el

 Gerarchia Angelica Potestà

 Le Potestà, sono chiamate anche Potenze e Autorità. Ogni coro ha le sue caratteristiche qualità, le Potenze e Autorità, entrambe sono coinvolte nella formulazione delle ideologie. Mentre però le Potenze comprendono tutto, le Autorità si focalizzano su particolari linee di conoscenza, specializzandosi nel codificare quelle idee, e nella produzione di documenti concettuali a quelle inerenti.

Il loro nome ci rivela la loro parità di grado condivisa con le divine Dominazioni e con le Virtù, la disposizione armoniosa nell’accogliere i doni divini, il carattere di potenza ultraterrena e intelligente, che non abusa tirannicamente delle sue potenti forze. Le Potenze, gli angeli della forza, vanno a ristabilire l’ordine ovunque esso sia minacciato, guidati da Kamael (Desiderio di Dio).  Il loro lavoro è paragonabile a quello effettuato dall’organismo per sbarazzarsi delle scorie.

Le potestà (in ebraico Elohim, in greco Exusiai), estendono il loro dominio sul Sole e da lì inviano i loro impulsi a tutti i pianeti del cosmo. Descritti dalla Bibbia come esseri angelici dai molti colori, simili a vapori nebbiosi, sono gli elementi portanti della coscienza e i custodi della storia. Gli angeli della nascita e della morte sono Potestà. Sono accademicamente guidati e interessati all’ideologia, filosofia, teologia, religione e ai documenti che appartengono a questi studi. Le Potenze sono le menti: sono un gruppo di esperti, che servono da consiglieri e pianificatori della politica. Il loro compito è quello di sorvegliare la distribuzione di poteri all’umanità, in loro nome. Paolo di Tarso usa il termine Potestà nella lettera ai Colossesi e nella lettera agli Efesini.

Dalla lettera di San Paolo apostolo agli Efesini (6,10-20) “…Fratelli, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.

Prima lettera ai Colossesi (16) “poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà.”

Le Potestà sono coloro che scacciano gli attacchi del male e per mezzo dei quali viene indebolito il suo assalto, tengono a freno le tirannie dei demoni affinché non superino il confine. Sono chiamati anche Spiriti della Forma poiché dalla loro attività spirituale, in opposizione con i corrispondenti spiriti caduti, deriva la forma degli oggetti del mondo materiale e la loro manifestazione. Per questa capacità di dare la forma a ciò su cui posano il loro sguardo spirituale, sono noti anche come i “Sette Occhi di Dio”. Nella trasformazione della Terra, dal sacrificio della loro sostanza spirituale è nato l’Io umano. Sono entità particolarmente legate al destino dell’umanità sulla Terra.

Nei diversi testi esoterici, (nel Trattato del Fuoco Cosmico) sono descritti come: Intelligenza Attiva, Manas (piano Causale), Fuoco d’attrito, Sostanza (gli atomi permanenti) e Attività cosciente. Dietro al mondo della manifestazione fisico-sensibile è quello che abbiamo imparato a conoscere come seconda Gerarchia: Exusiai, Dynamis, Kyriotes (Potestà, Virtù e Dominazioni, e cioè: Spiriti della Forma, del Movimento e della Saggezza). È la seconda Gerarchia che sta dietro a tutto ciò che è rischiarato dal Sole. Così che possiamo dire: abbiamo dietro l’operare del Sole e mediante esso l’agire della seconda Gerarchia, delle Potestà, Virtù e Dominazioni. Teniamo presente che fino alla Luna dominano gli Angeli; fino a Mercurio gli Arcangeli; fino a Venere i Principati, fino al Sole le Potestà, fino a Marte le Virtù; poi vengono le entità che chiamiamo Dominazioni e finalmente vengono i Troni, Cherubini e Serafini.

Le Potestà, provvedono a che l’edificio fin qui costruito secondo gli intenti dell’universo abbia stabilità finché è necessario, a che non scompaia subito. Esse sono le conservatrici. Vediamo dunque nelle Dominazioni le ordinatrici, nelle Virtù le esecutrici di quegli ordinamenti, e nelle Potestà le conservatrici di ciò che le Virtù hanno costruito. Caricano l’elemento creato dell’energia vitale più adatta alla sua specie. Praticamente mantengono uniti i corpi sottili, infondono il “prana”, modellano l’aura che permetterà l’espressione del Sé e difendono dall’attività eversiva delle forze maligne.

Con il progredire nella creazione, attraverso il tempo, abbiamo visto che le Gerarchie superiori non possono agire di propria volontà, ma eseguono gli ordini loro impartiti. Nemmeno le Potestà e tutta la seconda gerarchia possono agire diversamente. Anche nelle entità angeliche che chiamiamo Potestà, una parte di Esse aderirono al comando di contrastare l’evoluzione, anch’esse, da sé, non avrebbero mai potuto giungervi, non avrebbero potuto divenire «cattive» per forza propria, e in quello che si potrebbe chiamare l’origine del male, anche in ciò le Potestà eseguono solo il volere divino. Facendosi serve del male, compiono il Volere Divino il quale, attraverso il male, vuole sviluppare un bene più grande. Una parte degli angeli rifiutò questa possibilità, non si lasciò per così dire sedurre dalle forze che dovevano introdurre degli ostacoli, e serbarono fedeltà all’antica natura. Sono le forze (del bene e del male), in lotta perenne per giungere alla perfezione del disegno Divino. Ma v’è dell’altro che deve ora essere regolato, l’umanità deve venir condotta da uno stato planetario ad un altro. Anche qui devono esservi entità spirituali che durante tutta l’evoluzione terrestre provvedano affinché, quando essa sarà giunta al suo termine, l’umanità possa passare nel giusto modo attraverso un altro pralaja e trovare la via alla mèta seguente: a Giove. Gli spiriti che provvedono affinché tutta l’umanità venga condotta da uno stato planetario all’altro, sono le Potestà, o exusiai, o spiriti della forma.

 

Arcangelo CAMAEL e Coro delle Potestà.

POTENZA DELLA GIUSTIZIA E DELLA GRAZIA, A CAPO DEL CORO DELLE POTESTA’,

GOVERNA IL SEGNO DELL’ARIETE E LA DECADE 21-30 MARZO.

 Sede di Camael (o Kamael, o Samael), Potenza della Giustizia e della Grazia,

è la quinta Sephira o Turbine MARTE-GUEBURAH. Il suo Nome significa “Rigore di Dio”.

 Nell’Albero della Vita il vortice di CAMAEL si colloca dopo quello di TSADKIEL–HESEDIEL.

Diversamente dal gioviale Hesediel, Camael è l’Arcangelo che amministra in modo inflessibile la giustizia di Dio, viene definito anche “Severità di Dio”, “Mano destra di Dio”, “Signore del Karma”.

Corrisponde all’archetipo di Marte e, come suggerisce il suo nome, rappresenta anche la capacità di agire con forza e determinazione. Protegge dai pericoli. Dona coraggio, forza, decisione, equilibrio. E’ l’Arcangelo della Giustizia, ovvero della Legge, ma anche della volontà e della riuscita. Nella Bibbia le forze guidate da Camael sono fra quelle che causano l’espulsione dell’Umanità (Adam) dal Paradiso Terrestre (retto da HESEDIEL) dopo che essa cede ai richiami degli Angeli dell’Abisso. Questo Arcangelo esprime così la legge del “guadagnarsi il pane con il sudore della fronte“: sancisce la verità evolutiva per cui l’Opera Umana è ottenuta al prezzo dello sforzo sostenuto, e perfino della sofferenza. In conformità a questa via egli è incaricato di ricondurre l’Umanità alla riconquista del Paradiso tramite l’applicazione e il lavoro. Introduce infatti alla Conoscenza delle Leggi del Mondo non per illuminazione improvvisa, ma tramite l’esperienza del loro funzionamento, che dovrà rivelare l’essenza del Male, ovvero di ciò che accade se si opera in contrasto ai disegni divini.

La contropartita dell’Arcangelo Camael porta il nome di ‘Lucifero’, cioè di un impulso dannoso per l’Uomo emanato da un sotto-mondo che, agendo in contrapposizione alle norme celesti, finirà con l’autodistruggersi; eppure che ha anch’esso il proprio scopo: in una certa fase anche la sua forza concorre al processo di perfezionamento evolutivo. Camael preme affinché l’individuo abbandoni la pienezza di ogni vita facile per affrontare l’esperienza dello sforzo di plasmare la materia, in vista di una creazione: possiamo dire che la sua azione approfitta dello scatenarsi dei desideri per orientare l’uomo verso una forte appetenza creativa, affinché egli stesso divenga Creatore, e non semplice creatura. In questo processo, egli fa sì che la Legge Divina venga infine compresa e incorporata dall’uomo; nello stesso tempo porta Giustizia vanificando il Male, eliminando ciò che è contrario a tale Legge.

CORO ANGELICO.

Camael governa il coro delle Potestà, le Potenze che caricano ogni elemento creato dell’energia vitale più consona alla propria specie: le loro energie praticamente formano i corpi sottili, infondono il “prana” portatore di vita, modellano l’aura che prelude all’espressione del Sé e difendono dall’attività eversiva delle forze del Male.

Mentre con le Virtù impariamo a conoscere la nostra natura più profonda, le Potestà ci guidano ad eliminare tutto ciò che non è conforme a questa identità. E’ la stessa guerra narrata nella Bhagavad Gita, contro le illusioni e le tendenze negative, necessaria per permettere alla luce interiore di esprimersi pienamente. C’è un enorme lavoro da compiere per sviluppare il necessario coraggio e la forza di combattere, e capita spesso che il necessario dinamismo venga meno. In questi momenti le Virtù risvegliano l’attitudine ad affrontare gli ostacoli e a condurre un lavoro di purificazione, mentre le Potestà sono responsabili del lavoro alchemico di trasformazione dell’essere: completano il processo aiutando a sviluppare coraggio, forza introspettiva, capacità di condurre una guerra interiore e di affrontare con Fede le difficoltà psicologiche e materiali.

Camael o Samael (“Severità di Dio”) viene definito “La mano destra di Dio” o anche “Angelo Punitore” in quanto è colui che amministra la Giustizia Divina, ed è inflessibile nel suo compito. La tradizione astrologica gli attribuisce le tipiche doti marziane: forza, combattività, coraggio, decisione.

E’ un osservatore imparziale delle azioni degli esseri viventi, da cui l’appellativo di “Signore del Karma”. Da lui promanano le schiere angeliche che tengono i registri karmici per stabilire quali saranno le prove da riproporre agli esseri nelle loro incarnazioni future. Camael protegge dai pericoli arrecati dagli incendi, dalle esplosioni e dalle armi; dà forza e decisione ai propositi, sostiene la forza di volontà.

Domina la costellazione dell’Ariete, il suo giorno è il martedì, il suo metallo è il Ferro, il colore il rosso.

Marte è il primo dei pianeti esterni alla Terra e può essere visto ad occhio nudo. Quando il suo potere riflettente (in gergo astronomico l’albedo) è al massimo, supera in visibilità tutti gli altri pianeti tranne Venere del quale è opposto e complementare. Tra i pianeti, Marte indica la competizione primaria per lo sviluppo biologico.

Nell’antica Babilonia Marte veniva identificato con il nome di Ashur (lett. “benevolente” – divinità nazionale degli Assiri, bellicoso come il suo popolo protetto, creatore del cielo, della terra e degli inferi, signore di tutti gli dei) in Grecia era noto come Ares e a Roma come Mars.

Marte era considerato il dio romano per eccellenza ed il suo culto superava quello di Giove. Secondo la tradizione Marte era il padre di Romolo e regolava l’agricoltura e la guerra; veniva onorato come dio della primavera e le sue feste venivano celebrate in concomitanza a quelle con l’arrivo del Sole in Ariete (da cui il nome del mese di Marzo).

Marte rappresenta la determinazione nel proseguire, la disinvoltura, l’audacia e l’azione, per questo motivo è sempre collegato alle situazioni di utilizzo dell’energia. L’energia di Marte spinge all’autoaffermazione e si esprime nei momenti in cui è necessario parlar chiaro, gettarsi nella mischia, andare controcorrente o alla cieca. è vibrante quando compare il bisogno primario “Io devo sopravvivere”. In questa situazione rappresenta la lotta per la conservazione.

Nel loro aspetto più positivo, le valenze di Marte ci aiutano dunque ad uscire dalla depressione, ad accettare rischi nuovi, a tentare la fortuna e possono essere associate alle vocazioni. Marte rappresenta il coraggio, lo sforzo e la volontà; è presente in quelle persone che hanno una volontà di ferro, che sanno essere efficaci nel loro lavoro, dotati di una buona capacità decisionale e di iniziativa propria.

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